Santuario dell'Arginino
Lugo
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La Chiesa, costruita nell'arco di sei anni, viene consacrata il 2 novembre 1727 dal Vicario Foraneo in onore della Beata Vergine della Consolazione, ma è meglio conosciuta come Madonna dell’Arginino (Madòna dl’Arznèin, in dialetto romagnolo).
Il luogo ove oggi sorge la Chiesa faceva parte, all’epoca della sua fondazione, di un podere di proprietà dei Conti Emaldi di Lugo situato in una zona caratterizzata dalla presenza di aree vallive e paludose alternate ad altre abitate e coltivabili soggette a frequenti piene del fiume Santerno: il toponimo Arginino è da iscriversi secondo alcuni al nome di un piccolo canale o condotto che convogliava le acque verso le valli mentre secondo altri proprio ad un argine di modeste dimensioni che difendeva, come una piccola diga, il terreno emerso dalle acque. Sparsi in questo territorio si trovavano numerosi miseri capanni costruiti con canna palustre impastata con fango o sterco di animale che offrivano un riparo per le intemperie o per consumare il frugale pranzo di mezzogiorno e che, per la popolazione più povera, potevano costituire anche vere e proprie abitazioni. Si narra che, proprio sotto uno di questi capanni, tale Giuseppe Biadi, un giovinetto di quattordici anni di mestiere cavalarino (custode di cavalli) al servizio dei Marchesi Corelli, l'11 dicembre del 1720, spostandosi per condurre al pascolo i cavalli, vide per ben due volte, passando vicino alla Beatissima Vergine detta della Valle dell’Arginino, una luce talmente vivida e potente da lasciarlo abbagliato. Fu allora che il Capitano Emaldi, assecondando il desiderio della misera popolazione da sempre devota alla B.V. dell’Arginino, mise a disposizione il terreno e contribuì per la maggior parte alla spesa, insieme alle offerte dei devoti, provvedendo anche agli arredi sacri e avendo cura di destinare, nel proprio testamento, un lascito annuo di dodici scudi per un cappellano che provvedesse a celebrarvi la Santa Messa in occasione delle feste in suo suffragio. Agli inizi del XX secolo la Chiesa diviene di proprietà della famiglia Pasquali di S. Lorenzo che, nel 1974, la cede alla Curia Vescovile. Nel 1977, in occasione del 250° anniversario della fondazione, su interessamento del Parroco di Voltana, Don Pier Ugo Poggi, viene intrapreso un importante lavoro di restauro nel rispetto della struttura originale.
La targa devozionale dedicata della B.V. dell’Arginino, portante il titolo di Madonna della Consolazione, di forma quadrata circondata da una cornice modellata nella lastra, è ottenuta con la tecnica della decorazione a rilievo su maiolica povera, di bottega faentina e ispirata al modello bizantino della Madonna Odighitria (colei che indica la via). Le aureole sono graffite e coperte in bruno di manganese come tutto il disegno: i tre colori principali (verde, giallo arancio e turchino) sono ben relazionati e distribuiti con gusto. Alcuni elementi quali la severità dell’impianto compositivo e la cromia, consentono di ipotizzare una cronologia più vicina alla fine del Seicento che sul primo ventennio del Settecento. Resta ancora dubbio su cosa poggi la mano sinistra la Vergine, probabilmente un libro non chiaramente definito dal maiolicaro. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la comunità di Voltana si affidò alla protezione della Madonna e, come si legge nel diario di Don Giovanni Proni, primo parroco di Voltana, formulò un voto, infatti al termine della guerra, il 14 aprile 1956, la sacra immagine fu incoronata con l’oro donato da alcuni parrocchiani.
Sullo stesso terreno di proprietà dei Conti Emaldi insiste anche una antica “casa da massaro” (così definita nel Registro del catasto del 1817) risalente al XVIII secolo: circondata dall'aratorio vitato, era strumentale fin dalla sua origine alla gestione dell'ampio fondo agricolo. Acquistata nel 1909 dalla famiglia Pasquali, la casa divenne estensione della secolare Festa dell'Assunta, ospitando mostre d'arte e altre iniziative connesse con l’evento. Attualmente è residenza privata che, occasionalmente, ospita eventi culturali e sociali anche in collaborazione con la locale Consulta di Decentramento e con Enti no profit.
Fonti: Giuliano Montanari, Gloria Pagani, Maurizio Tabanelli, La Chiesa dell’Arginino, Fatti e gente di casa nostra, Almanacco 1986 di Voltana e dintorni; A. Savioli, L’immagine della Madonna dell’Arginino di Voltana, La Voce di Voltana, 15 agosto 1977.