Basilica della Beata Vergine della Ghiara
Reggio nell'Emilia
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La basilica della Madonna della Ghiara è un edificio a croce greca e con al centro una cupola con lanterna. Nei quattro angoli rientranti della croce sono altrettanti spazi quadrati, di dimensioni minori, sormontati da altre quattro cupole emisferiche, non visibili all'esterno.
La facciata, di ordine dorico nella parte inferiore e ionico nella superiore, è in laterizio, con inserti in marmo bianco di Verona nelle basi e nei capitelli delle lesene e nelle cornici. Sulla porta centrale è scolpito in marmo un bassorilievo con la Vergine della Ghiara di Salvatore da Verona, dono del Comune di Reggio del 1642. Le due porte laterali furono invece eseguite nel 1631.
L'interno, nello stile del tardo Rinascimento, colpisce per la profusione di dorature, la ricchezza dei marmi ed i sontuosi affreschi con cui la scuola dei Carracci, ispirandosi alle storie dell'Antico Testamento, ornò le volte e le cupole. Nelle quadrature e ripartizioni delle volte si svolge un ciclo pittorico che ha come soggetto le donne dell'Antico Testamento.
La decorazione pittorica della grande crociera come da prima fu ideata aveva però altro carattere e fu solo nel 1615 (21 febbraio) che la congregazione della fabbrica votò il progetto degli affreschi che poi furono eseguiti. Non è noto chi fu il teologo che ideò il tema della glorificazione delle eroine della Bibbia, le cui virtù sono viste in analogia con le virtù della vergine Maria.
La costruzione della Basilica è legata al miracolo avvenuto il 29 aprile 1596 quando il giovane Marchino, sordomuto dalla nascita, ottenne miracolosamente parola e udito mentre pregava davanti a un'immagine della Madonna dipinta dal Bertone.
In quel punto, a sinistra del tempio, ora si trova una memoria marmorea.
Il progetto del tempio è dell'architetto ferrarese Alessandro Balbi; la realizzazione è del reggiano Francesco Pacchioni che ne iniziò la costruzione nel 1597. Peculiarità della Basilica è lo straordinario ciclo di affreschi e pale d'altare eseguiti dai migliori artisti del '600 emiliano: Ludovico Carracci, Gianfrancesco Barbieri (il Guercino), Lionello Spada, Alessandro Tiarini, Carlo Bonomi e Luca Ferrari.
Le corporazioni delle arti contribuirono con preziose donazioni: l'acquasantiera della corporazione della lana e quella dell'arte della seta; il Comune commissionò al Guercino un'opera che è ritenuta il capolavoro: la "Crocefissione di Cristo, con ai piedi la Madonna e i Santi Maria Maddalena, San Giovanni e San Prospero".
Da non tralasciare: la sala dei paramenti sacri e dei tessuti dal XVI al XIX secolo e il tesoro della Ghiara costituito da reliquiari, ostensori, calici, ex voto di altissimo pregio.
Merita infine una visita il museo in cui, tra i vari preziosi esposti, vi è il disegno originale di Lelio Orsi che ha ispirato l'affresco del Bertone e la corona donata alla Madonna dal Consiglio Civico Reggiano.
Tutto inizia col miracolo al giovane Marchino che il 29 aprile 1596 riacquista parola e udito: oggi l'immagine della Madonna della Ghiara è riconosciuta in territori che vanno dalla Toscana alla Lombardia