Convent complex of San Martino Maggiore
Bologna
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La chiesa di S. Martino Maggiore alle sue origini, nel 1121, era una chiesetta a servizio di un ospitale per viaggiatori presso il ponte del torrente Aposa e il suo nome era S. Martino dell’Aposa. Nel 1217 fu ricostruita perché cadente e nel 1293 fu concessa dal vescovo Ottaviano Ubaldini ai Carmelitani che erano giunti a Bologna trent’anni prima. I Carmelitani sono un ordine mendicante, particolarmente devoto alla Madonna, nato alla fine del XII secolo in Palestina, sulle pendici del Monte Carmelo, presso la fonte del profeta Elia. Le successive ricostruzioni del XIV secolo la portarono ad avere il complessivo aspetto gotico che ancora oggi mostra.
Nella prima metà del XVI secolo furono aggiunte le prime due cappelle a destra e a sinistra dell’entrata, rispettivamente delle famiglie Boncompagni e Paltroni, coprendo il corso del torrente Aposa che vi scorre ancora sottoterra. Nel Seicento la chiesa fu modificata, ma le aggiunte seicentesche furono in parte cancellate dai restauri del 1876-9 di Giuseppe Modonesi della facciata e dell’interno nel 1889 (cappella dei SS. Biagio e Cristoforo sotto al campanile, progetto di Edoardo Collamarini), 1899 (cappella Paltroni poi Marescotti su ispirazione di Alfonso Rubbiani), 1909 (cappella Boncompagni su ispirazione di A. Rubbiani).
Le opere d’arte presenti in chiesa spaziano dal XIII al XVIII secolo: a titolo di esempio si va dalla statua della Madonna del Carmelo di Jacopo della Quercia nella cappella Paltroni, al dipinto murale della Madonna dell’Umiltà di Simone dei Crocifissi (muro della navata sinistra), alla Madonna con Bambino di Lippo di Dalmasio nel muro della navata destra, al resto di affresco con la Natività di Paolo Uccello staccato e collocato nella cappella Paltroni, alla pala di Francesco Raibolini detto il Francia (Madonna con Bambino e santi nella stessa cappella), ad Amico Aspertini (Miracolo di S. Nicola nella cappella Malvezzi Campeggi), al Crocifisso con santi di Bartolomeo Cesi nella cappella Marsigli, al S. Girolamo di Ludovico Carracci nella cappella De’ Buoi.
Fra le opere d’arte spicca l’organo di Giovanni Cipri del 1556, tuttora utilizzato, e la barocca cappella della Madonna del Carmelo (navata destra, realizzata dall’arch. Alfonso Torreggiani), la ricchissima sagrestia, nonché l’oratorio superiore, già biblioteca e recentemente Teatro S. Martino, costruito tra il 1625 e il 1629 dall’architetto Giovanni Battista Falcetti e decorato nella parete di fondo con il più grande affresco di Bologna. In esso sono presenti oltre sessanta figure ed è opera di Lucio Massari per le figure e Girolamo Curti detto il Dentone per le architetture. Raffigura una Lezione di s. Pier Tommaso o Tomà, religioso carmelitano, che fu il fondatore e uno dei primi insegnanti dello Studio Teologico di Bologna nel 1364.
Dott.ssa Paola Foschi, presidente del Centro Culturale di San Martino