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Sant’Andrea al Castellazzo, una chiesa matildica

MATILDE’S WAY OF THE HOLY FACE

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Sant’Andrea al Castellazzo in Campagnola Emilia, una chiesa matildica.

Nel territorio di Campagnola Emilia, su un rialzo del terreno detto Motta, sorge l’edificio più antico del territorio: la chiesa di Sant’Andrea al Castellazzo.
La chiesa vanta un’età di oltre mille anni. Divenne di proprietà del marchese Bonifacio di Canossa (1052), padre della “Gran Contessa”, Matilde di Canossa, ed era all’interno del castello di Campagnola, già esistente nel 935 e chiamato successivamente Castellazzo.
Il culto dell’apostolo Andrea è certamente precedente all’arrivo dei longobardi, signori del castello, ed è tipicamente romano, come il toponimo Campaniola è indice di insediamenti legati alla centuriazione di queste terre in epoca imperiale romana.
La struttura sobria della chiesa è tipica dell’ordine romanico, con unica navata, monofore a strombo, altare orientato, doppio abside asimmetrico, tetto a capriate, campaniletto a vela.
Nell’abside maggiore si conservano preziosi affreschi quattrocenteschi, in parte rovinati ma ancora leggibili: Sant’Andrea, Madonna col Bambino, una Santa, un orante. Di recente, il dipinto della santa è stato riconosciuto come antica e preziosa rappresentazione di Santa Giulia martire.
La scoperta rende questa chiesa medievale una tappa significativa anche del Cammino di Santa Giulia, da Livorno a Brescia, a memoria della traslazione delle reliquie della santa martire ad opera del re longobardo Desiderio e della moglie regina Ansa, dal luogo del ritrovamento al monastero benedettino di Santa Giulia di Brescia.
La chiesa di Sant’Andrea al Castellazzo è da definirsi matildica, perché Matilde di Canossa, soggiornò nel castello di Campagnola nel 1108, e fece redigere un atto di donazione, rogato in castro Campaniola feliciter, e la chiesa di Sant’Andrea era uno degli edifici del castello.
Le giornate di Monasteri Aperti sono l'occasione per visitare un romanico padano sconosciuto.
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