Abbazia di Santa Maria del Monte
Cesena
Dove:
1001 d.C.
GLI ALBORI
Gli storici fanno risalire la nascita del primo nucleo del complesso architettonico del Monastero di Cesena tra il 1001 e il 1027. Due documenti, una concessione di una salina (1042) ed una bolla papale (1059) di Niccolò II che concede diversi importanti privilegi ed autorizza la Comunità monastica ad eleggere il proprio Abate, testimoniano l'esistenza di una comunità benedettina sul colle che domina la città di Cesena. Il primo riscontro letterario sull'origine del monastero benedettino di Santa Maria del Monte viene da un testimone d'eccezione: San Pier Damiani. Il santo, componendo la "Vita Beati Mauri", narra che Mauro, vescovo di Cesena vissuto nella prima metà del secolo X, aveva scelto il monte che sovrasta la città quale luogo per la meditazione personale e qui "cellulam ... cum exigua ecclesia fabricavit" (costruì una cella con una piccola chiesa). Alla sua morte il Vescovo fu sepolto in un sarcofago di pietra, oggi custodito nella Cripta, posto vicino a questa piccola chiesa: poco dopo il sito divenne la sede del primo insediamento monastico sul Monte, che si riunì attorno alla miracolosa tomba del santo vescovo.
1177 d.C.
BARBAROSSA OSPITE DEL MONASTERO
Nel 1177 l'imperatore Federico Barbarossa venne accolto come ospite, mentre si recava a Venezia per il convegno della pace, dopo la disfatta di Legnano. In quell'occasione s'impegnò ad assumere sotto la sua protezione il Monastero di Cesena con tutte le sue proprietà (Diploma del Barbarossa datato 8 luglio 1177).
1302 d.C.
MONASTERO PRESO D'ASSEDIO
Nel 1302 il Monastero venne preso d'assedio dalle truppe radunate da Federico di Montefeltro nella guerra di Arezzo, Ravenna e Cervia contro Cesena. L'Abate Guido, in carica in quegli anni, si ritrovò con un mucchio di rovine distrutte dal fuoco.
1318 d.C.
STATUA DELLA MADONNA NELL'ABBAZIA
Nel 1318 l'Abate Ondedeo cedeva al Vescovo di Cesena la pieve di S.Maria in Montereale con il piccolo monastero annesso e faceva portare la statua della Madonna, ivi venerata, nella Basilica del Monte. Da quel momento la storia del Monastero di Cesena avrà una forte connotazione mariana oltre che benedettina, strettamente legata alla devozione del popolo di Romagna per la Madonna.
1337 d.C.
TERREMOTO
Nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 1337, un terremoto danneggia notevolmente il monastero. L'Abate Nicolò, successore dell'Abate Ondedeo, si trovò impegnato in un progetto di vasta ricostruzione dell'edificio.
1356 d.C.
OCCUPAZIONE DEL TIRANNO DI FORLÌ
Il tiranno di Forlì Francesco Ordelaffi occupa il Monastero con le sue truppe, approntando delle difese militari che trasformano il cenobio in fortilizio, con la costruzione di palizzate ed altre opere difensive. I monaci abbandonano l'Abbazia. Ritorneranno solo dopo un anno e inizierà la lenta ricostruzione di chiesa e Monastero che si protrarrà per quasi un secolo. Dopo un ventennio, nel 1377, Il sacco dei Bretoni distruggerà praticamente la città di Cesena. Non si hanno notizie di danni diretti al monastero, ma i danni e i lutti arrecati alla città influiranno sulla ricostruzione dell'Abbazia.
1464 d.C.
PERIODO MALATESTIANO
Con lo stabilizzarsi del potere dei Malatesta di Rimini, l'Abbazia conosce un lungo periodo di pace. I Malatesta concedono al Cenobio ampie donazioni e favoriscono l'adesione alla riforma di Ludovico Barbo che fondò la Congregazione di S. Giustina di Padova. Nel 1464 diventa Priore don Modesto di Trento. In quegli stessi anni la comunità cresce di numero e si arricchisce di valenti monaci. Tale passaggio fu segnato esteriormente da profonde trasformazioni edilizie. La chiesa fu ampliata a più riprese per dare risalto alla venerazione della Madonna, sistemando l'antica e venerata effige in posizione centrale e rialzata,giungendo ad essa attraverso un percorso architettonico di gradinate assai suggestivo. I tre chiostri del Monastero vennero rifatti, insieme al refettorio e agli arredi. Per le decorazioni pittoriche e scultoree vennero chiamati i migliori artisti della regione. Alla fine del XVI secolo l'Abbazia assumerà l'aspetto monumentale che a grandi linee contempliamo noi, oggi.
1768 d.C.
TERREMOTO DEL 1768
Tra i giovani nobili che entrano in Monastero nel 1756 vi è il conte Barnaba Chiaramonti, che diventerà Papa Pio VII. Il 20 ottobre 1768 un terribile terremoto aggrava la situazione della fabbrica. Successivamente, nel 1782, si demolì la vecchia cantoria smontando l'organo e se ne costruirono due nuove, una a destra e una a sinistra. In questa occasione venne innalzata dalle fondamenta una nuova costruzione solidissima per contenere la spinta degli archi della cupola. Viene ricostruita la cupola, affrescata da Giuseppe Milani da Parma, rifatti i corridoi (72 metri di lunghezza), due nuovi scaloni e il nuovo chiostro grande.
1796 d.C.
IL BUIO NAPOLEONICO
Le armate napoleoniche, penetrando negli Stati italiani, impongono con la forza le idee: chiudono i conventi, incamerandone i beni. I monaci vengono costretti a lasciare il monastero, i beni dell'Abbazia sono venduti e la biblioteca dispersa. La chiesa non fu comunque chiusa, ma affidata alla cura dei Padri francescani conventuali che la reggeranno fino al 1810, anno della loro soppressione. In seguito la chiesa sarà officiata da sacerdoti diocesani. L'edificio doveva essere demolito e il materiale recuperato messo all'asta. Il conte Pier Maria Semprini compra questo "materiale" nel 1812 e contemporaneamente ottiene il permesso di rimandare la demolizione dell'edificio. Due anni dopo, passata la meteora napoleonica, il conte Semprini cede al Pontefice Pio VII, originario di Cesena, l'Abbazia da lui acquistata. Nel 1819 Pio VII riaffida l'Abbazia alla congregazione cassinese e si adopera per la ricostruzione.
1832 d.C.
LA BATTAGLIA DEL MONTE
Siamo nel periodo risorgimentale, in Romagna particolarmente vivo. A Cesena, questa prima fase rivoluzionaria culmina con la battaglia del Monte tra "papalini" e "repubblicani". Il 19 gennaio del 1832 le truppe pontificie assieme a quelle austriache marciano da Rimini verso Cesena dove si erano raccolti circa 2000 giovani romagnoli con l'obiettivo di resistere alle truppe pontificie. Il loro armamento era costituito da tre cannoni, tre cavalli e pochi fucili da caccia. Si schierano sui colli intorno alla città, compreso quello della Madonna, e con le poche forze resistettero tre ore alle truppe regolari. Si contarono alla fine un centinaio di persone ferite ed anche diversi morti.
1914 d.C.
PRIMA GUERRA MONDIALE
Il nascente Stato italiano, nell'ambito di una vasta politica accentratrice e anticlericale ordina la soppressione di molte congregazioni religiose. Nel 1866 un'ordinanza sancisce la cacciata dei monaci dal monastero e i beni vengono di nuovo incamerati. Solo dopo otto anni, sotto la guida sapiente di don Bonifacio M. Krug viene ricostituita la Comunità monastica che rientra in possesso del Monastero di Cesena. Questo avviene grazie soprattutto ai principi Chiaramonti, i quali dopo una lunga causa contro lo Stato italiano, crearono la possibilità per il ritorno dei monaci. L'Abate Krug, uomo di grande elevatura spirituale e culturale (lasciò infatti diversi componimenti musicali), viene aiutato nella sua opera da Don Bonifacio M. Wolff dell'Abbazia di Beuron, il quale gli succede quando diventerà Abate di Montecassino.
1944 d.C.
SECONDA GUERRA MONDIALE
Durante l'infuriare della guerra, a seguito delle leggi razziali, i monaci sono coinvolti nell'aiuto a famiglie ebree. In questa attività si distingue particolarmente il monaco don Odo Contestabile. Con il passaggio del fronte i sotterranei del monastero ospitano tante famiglie cesenati (per un totale di circa 700 persone) che intendono così scampare ai bombardamenti degli alleati, nonchè ai rastrellamenti dei tedeschi e dei fascisti. I bombardamenti dell'ottobre 1944 hanno come risultato la chiesa sventrata e buona parte del monastero crollato, mentre non si contano vittime tra gli sfollati. I monaci ricominceranno l'ennesima ricostruzione, aiutati da giovani volenterosi e dalla generosità dei cesenati. Don Placido Zucal raccoglierà le testimonianze relative a questo periodo nel libro "Clausura violata".
1986 d.C.
VISITA DI GIOVANNI PAOLO II
Dopo la guerra gli Abati succedutisi alla guida del Monastero di Cesena hanno portato a termine la ricostruzione del complesso monumentale del Monte, come appare ai nostri giorni. Viene aperto il Laboratorio di restauro del libro antico, che grande parte avrà nel salvataggio dei libri distrutti nella storica alluvione di Firenze. La società "Amici del Monte" sorta nel 1959 ha contribuito a tutelare e valorizzare il patrimonio culturale dell'Abbazia. Nella seconda metà del secolo l'evento più straordinario è stato la visita del Pontefice Giovanni Paolo II, che ha soggiornato in un appartamento del Monastero di Cesena durante il suo viaggio pastorale in Romagna, nel maggio 1986. L'evento è ricordato anche in un dipinto votivo eseguito in ricordo e ringraziamento per la visita.
2021 d.C.
I GIORNI NOSTRI
Il Monastero di Cesena si presenta ancora come luogo di accoglienza e d'incontro. I recenti interventi di ristrutturazione realizzati durante l'abbaziato di don Luigi Crippa offrono nuovi spazi per convegni e incontri di spiritualità e cultura a quanti salgono al "Monte", anche solo per una pausa di riflessione. I dipinti votivi che continuano ad aggiungersi a quelli più antichi sono la testimonianza visibile che lo speciale rapporto di fede e devozione tra l'uomo e la Madonna continua ancora.