Basilica di San Colombano
Bobbio
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Collocata al centro di Bobbio, uno uno dei più bei borghi d’Italia, l’Abbazia di San Colombano fu per secoli uno dei fari principali di cultura e trasmissione del sapere dell’epoca medioevale. La storia vuole che sia stato proprio San Colombano, monaco originario dell’Irlanda e qui sepolto, a fondarla nel lontano 614.
È a San Colombano del resto che si devono i numerosi manoscritti irlandesi divenuti il nucleo iniziale della futura biblioteca poi divenuta famosa in un tutto il mondo ed è sempre al Santo che si deve l’istituzione della prima comunità dell’ordine che proprio a Bobbio intraprese i suoi primi passi secondo una rigida e severa regola monastica.
La regola colombaniana era nota principalmente per la severa disciplina che accompagnava i propri monaci in una dura vita dedita alla scrittura, alla trascrizione, allo studio e alla preghiera. E fu, del resto, proprio grazie a questa regola che ben presto l’Abbazia divenne uno dei principali punti di trasmissione e conservazione del sapere di tutta Europa. Tra il VII e X secolo l’Abbazia, pur nelle alterne vicende che caratterizzarono un periodo storico assai instabile e turbolento (periodo che vide proprio nelle terre del Nord Italia lo scontro tra la cultura longobarda e quella latina), crebbe velocemente per importanza e struttura monastica. Anche per questo, nelle ultime decadi del IX secolo, oltre a una moderazione della regola con quella meno rigida benedettina, il monastero subì una riorganizzazione complessiva con un più comodo trasferimento a valle dell’intero complesso cenobitico.
In questi secoli, oltre all’operosissimo Scriptorium e la sua produzione mirabile, l’Abbazia di San Colombano giocò un ruolo fondamentale nella lotta contro l’arianesimo e nella progressiva conversione longobarda al cattolicesimo. L’importanza culturale e politica dell’Abbazia crebbe assieme alla sua Biblioteca e al complesso dell’edificio abbaziale sempre più ampio, tanto che nel 1153 sarà poi lo stesso Federico Barbarossa a riconoscerne l’importanza e il primato conferendole in amministrazione diversi possedimenti in tutta Europa oltre che beni e ricchezze materiali.
Con l’invasione francese del 1803 termina definitivamente l’attività dell’Abbazia che nei secoli ha conservato nella sua Biblioteca gran parte della conoscenza antica e prodotto nel suo Scriptorium molti dei principali manoscritti esistenti tanto che sul finire del X secolo, protetti tra le sue mura, se ne contavano ben 700.
Con il declino della sede monastica e nonostante la progressiva dispersione dei suoi codici (che oggi rappresentano le pietre miliari di tante collezioni sparse per l’Europa e per il mondo) quel che resta dell’antica Biblioteca ancora vanta (anche se per lo più conservati presso la Biblioteca Ambrosiana, quella Nazionale di Torino e quella Vaticana) molti volumi fra cui 25 dei 150 manoscritti della cultura latina esistenti più importanti al mondo.
Oltre alla splendida Bobbio, la visita all’antico complesso abbaziale non deve dimenticare la bella Basilica rinascimentale, il chiostro interno con il Museo della Città e il Museo dell’Abbazia sapientemente organizzato nell’antica zona dello Scriptorium.