La Spezieria Monastica del Monastero di San Pietro a Modena
Spezie e fiori
antiche ricette
Fondata nel 983, l’Abbazia dei Padri Benedettini di San Pietro è una presenza millenaria nel cuore della città di Modena.
Oltre ad essere un punto di riferimento spirituale, questo luogo tramanda tradizioni e saperi antichissimi come testimonia la storia della famosa Spezieria Monastica.
Le fonti storiche indicano che fin dal X secolo, il monastero fosse dotato di una Spezieria, con grande probabilità a servizio dell’infermeria interna. È tuttavia con la ricostruzione cinquecentesca - quando il monastero tornò a fiorire grazie all’unione alla Congregazione riformata di Santa Giustina di Padova, poi Congregazione cassinese - che le attività della Spezieria iniziarono ad assumere una rilevanza più compiuta, tanto che venne collocata a ridosso dell’accesso principale.
Da questo momento in avanti, fino alla riforma sanitaria della seconda metà del XVIII secolo, la Spezieria Monastica divenne il centro dei servizi medico-farmaceutici della città e dell’intero ducato, una vera e propria eccellenza.
Fra i prodotti offerti, erano celebri le lavorazione di spezie e fiori coltivati nel cortile ad essa annesso, nonché i “pastelli per profumi” a base di incenso e ginepro, mirra e garofano.
Una menzione a parte merita la “Teriaca”, rimedio per un’infinità di malattie, di cui il monastero aveva l’esclusiva ducale di fabbricazione e di vendita. La “Teriaca”, realizzata con carne macerata di vipera femmina dei Colli Euganei, veniva impiegata dalle coliche renali o addominali, alle febbri maligne, all’emicranie, all’insonnia, ai morsi di animale fino alla tosse, ma anche per regimare casi di pazzia, per risvegliare sopiti appetiti sessuali, per rinvigorire un corpo indebolito, nonché preservare da lebbra e peste.
Come ricorda il cronachista e storico del monastero, Lazarelli, la Spezieria Monastica era completa di arredi lignei con rilievi scultorei ma, in conseguenza delle soppressioni napoleoniche e del regno italiano, del mirabile arredo che la caratterizzava oggi non rimane alcuna traccia. Solo alcuni cocci, bianchi e decorati, di manifattura sassolese del ‘700, rinvenuti durante indagini perlustrative condotte all’interno del cortile, rimandano visioni di file ordinate del vasellame che un tempo faceva bella mostra di se sui lunghi scaffali. Anche la sezione della biblioteca monastica a servizio della Spezieria era di grande valore, dagli inventari conservati presso l’Archivio di Stato di Modena si apprende infatti che vi erano raccolti oltre cinquanta volumi tra erbari, ricettari, trattati botanici e di farmacopea.
Chiusa nel 1796, la Spezieria Monastica è stata riaperta nel 2007. Annessa alla chiesa abbaziale di San Pietro, oggi vende prodotti di altri monasteri benedettini italiani ed europei.