Chiesa Cattedrale - Duomo
Reggio nell'Emilia
Dove:
Contatti
Costruzione romana edificata intorno all'857; nel XV secolo lo stile della cattedrale viene adeguato ai canoni architettonici dell'epoca. La cattedrale, titolata a Santa Maria Assunta, è stata restaurata e riaperta al pubblico con contributi di artisti contemporanei.
Edificata su un'antica costruzione romana intorno all'857, ha subito diverse trasformazioni secondo lo stile romanico.Verso la fine del XV secolo, lo stile della cattedrale viene adeguato ai canoni architettonici dell'epoca. Prospero Sogari, detto il Clemente, è lo scultore che ne cura l'esecuzione rimasta però incompleta. Opere sue sono le statue raffiguranti Adamo ed Eva poste sul portale centrale, mentre ai lati tra fasce di marmi che ricoprono le superfici mediane della facciata entro le nicchie vi sono i Santi Crisanto e Daria e i Santi Venerio e Gioconda, compiuti dal Clemente e dalla sua bottega tra il 1572 e 1580.
Nella torre, sulla facciata, domina la statua della Madonna col Bambino con i coniugi Fiordibelli (benefattori) in lastre di rame a sbalzo dorato, capolavoro di arte orafa eseguito da un'artista di eccezione: il reggiano Bartolomeo Spani (orafo, scultore, architetto vissuto tra il '400 e la prima metà del '500). L'intero Duomo conserva cappelle rivestite di marmi pregiati e finemente scolpiti. Di rilievo: il sepolcro di Orazio Malaguzzi (a destra dell'ingresso) eseguito dal Clemente, il monumento funebre di Valerio Malaguzzi (del 1510) opera di Bartolomeo Spani (3° cappella sul lato destro), il sepolcro Rangoni (sempre del Clemente) e la Cappella Fiordibelli, con l'Assunzione di Maria Vergine San Pietro in cattedra e San Girolamo (1626) di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino.
All'interno della Cattedrale, la Cripta risale al XII o XIII secolo. Caratterizzata da volte a crociera, sostenute da 42 colonne con capitelli frammentari, per lo più quattrocenteschi (due recano la data del 1491, ma anche più antichi), la parte più antica contiene l'altare con l'arca e i corpi dei Santi Martiri Crisanto e Daria. Il restauro generale avvenne nel 1923. Durante i lavori fu trovato un ragguardevole frammento di pavimento romanico (mosaico del III-IV sec.) che dal piano della cripta conduce attraverso una scaletta, in un vano sotterraneo. Nel mosaico sono riconoscibili figure geometriche e animali tra cui il cervo alla fonte, La cripta è formata da tre cappelle: al centro quella col sepolcro dei martiri Crisanto e Daria, a destra quella dedicata ai caduti in guerra, decorata nel 1923 da Anselmo Govi (sotto di essa una scaletta porta alle tombe dei Vescovi) e, a sinistra, un bassorilievo con due Re Magi (XIII sec.) funge da pietra tombale del Vescovo raffigurato sul retro.
La cattedrale è stata restaurata e riaperta al pubblico nel 2010. Sono stati posti nuovi arredi: il candelabro pasquale dell’artista abruzzese Ettore Spalletti, un semplice ed essenziale volume puro di grande intensità poetica, che si pone nello spazio come segno indicatore di una forte presenza. È una grande colonna in marmo tagliata verticalmente al centro, le cui pareti interne sono ricoperte di foglia d’oro.
L’artista di origine giapponese Hidetoshi Nagasawa, che lavora su forme simboliche di grande potenza espressiva, è intervenuto sull’ambone. Ha realizzato in bronzo dorato il supporto dell’evangeliario, esito di una reinterpretazione di due ali d’aquila, e la scala che conduce all’ambone, in marmo bianco di Carrara, con un ellisse dai contorni seghettati, in modo da suggerire la forma simbolica di una stella.
Claudio Parmiggiani, artista che interpreta in modo personale aspetti dell’arte concettuale e dell’arte povera con opere di silenziosa contemplazione, ha poi realizzato l’altare. Con un intervento che unisce passato e presente, l’artista ha riutilizzato due blocchi di marmo semilavorati in epoca romana, da lui 'riconosciuti' come densi di significato. Dal punto di vista simbolico, l’altare unisce le due valenze della "mensa" (Cenacolo) e del dono della vita (Calvario).
A Jannis Kounellis, esponente di spicco dell’Arte povera, il cui lavoro è abitato da una forte urgenza comunicativa, è stata affidata la cattedra vescovile. Il lavoro dell’artista di origine greca ha avuto una lunga elaborazione. L’intervento è costituito dalla seduta vera e propria collocata su un’ampia pedana. La cattedra è realizzata in ferro, chiaro rimando alla stabilità, ed è collocata di fianco ad altre due sedute più piccole, una per il presidente non vescovo e l’altra per l’assistente. La forma essenziale e severa si rifà a modelli antichi, evocando in particolare forme altomedioevali. La pedana è costituita da un tavolato di legno "consunto", in modo da sottolineare la tradizione "antica" di questa "autorità" che dagli inizi della cristianità raggiunge il nostro presente. Nel dicembre 2012, per motivi di spazio, la cattedra è stata smontata.